Ottobre missionario, mons. Sidrak alla Chiesa torinese: "sostenete i fratelli copti"
Una serata intensa con la partecipazione del Patriarca copto cattolico d'Egitto e la Fondazione pontificia "Aiuto alla Chiesa che soffre"
Sua beatitudine Ibrahim Isaac Sidrak, patriarca di Alessandria dei Copti e guida della comunità copto cattolica egiziana che conta circa 300mila fedeli su 12 milioni copto ortodossi, ha parlato della bimillenaria presenza cristiana nella terra dei Faraoni. Quella stessa terra dove la Sacra Famiglia, in fuga da Erode, trovò rifugio e accoglienza, dove trovarono ispirazione i padri del deserto e dove il monachesimo orientale mosse i primi passi.
Ma tutta questa lunga e ricca storia oggi non basta più ai cristiani egizi per vivere senza subire discriminazioni e ingiustizie. Ancora oggi. Ha soprattutto il cuore alla speranza alla prospettiva che si convertano i cuori e anche il mondo dell'islam possa isolare i violenti e riconoscere la necessità di pari diritti alle minoranze.
La serata organizzata per l'ottobre Missionario nel salone della parrocchia di Santa Rita è stata introdotta da mons. Valter Danna, Vicario generale della Diocesi che ha portato il saluto dell'Arcivescovo di Torino, mons. Cesare Nosiglia. L’iniziativa, promossa da Ufficio Missionario, FOCSIV - Federazione degli Organismi di Servizio Internazionale Volontario (che è la federazione delle ONG cattoliche), la rivista Missioni Consolata e La Voce e il Tempo si inseriva nel percorso di riflessione e di approfondimento sul tema della Giornata Missionaria Mondiale: La messe è molta.
Dopo l'intervento di Alessandro Monteduro, direttore dell’Associazione Aiuto alla Chiesa che soffre, fondazione di diritto pontificio, impegnata a favore della chiesa in tutto il mondo laddove è perseguitata, Sua beatitudine ha catturato con la semplicità e la profondità del pastore l'attenzione di un pubblico attento e partecipe.
Mons. Sidrak ha parlato della vita ordinaria della comunità, dell'importanza della fede in Gesù Cristo che è la fonte indispensabile per superare ogni violenza e tragedia e del viaggio di Papa Francesco in Egitto ha ribadito l'importanza della presenza del Pontefici in primavera, proprio qualche tempo dopo le drammatiche stragi della domenica delle palme. Il paese del mediterraneo pur attraversando un periodo difficile, vuole pace e stabilità, ha detto il patriarca, per questo merita di essere sostenuto. "Come cattolici siamo pochi, nonostante ciò la nostra presenza è avvertita dentro la società egiziana. L’arrivo del Pontefice ci darà ulteriore visibilità e ribadirà che siamo parte integrante della Chiesa cattolica nel mondo. Non siamo un piccolo gregge. Siamo pecorelle del grande gregge della Chiesa cattolica".
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