Falchera, l'oratorio è casa per i ragazzi "parcheggiati"

Nel quartiere periferico, ad elevato tasso di povertà, è emergenza "neet" adolescenti. Il "cortile" della parrocchia San Pio X  diventa allora  famiglia e  scuola per i giovani. Parla il parroco don Montanelli 

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Falchera, l'oratorio è casa per i ragazzi "parcheggiati"

Piove a dirotto quando, nel «nostro» viaggio fra gli oratori della diocesi facciamo tappa nell’estrema periferia nord di Torino. Superata Barriera di Milano, ecco Falchera: prati, campi condomini e casette squadrate, le case popolari, il «4», il tram che collega al centro-città. Quartiere curato, ma dove la periferia si sente, si vede, così come la comunità viva che anima il quartiere e il territorio. Ed ecco che da via degli Ulivi si scorge il complesso dell’oratorio e della parrocchia San Pio X nata insieme al nuovo quartiere operaio negli anni Cinquanta. C’è ancora il vecchio capannone che ospitava la nascente comunità e che continua ad essere il cuore delle attività dell’oratorio. La chiesa fu inaugurata nel 1957 dal cardinale Fossati.

parrocchia San Pio X Falchera

Piove, fa freddo, ma loro sono lì. I giovani del quartiere, della Falchera vecchia e di quella nuova, hanno un punto di riferimento che è proprio l’oratorio. Qui trascorrono la loro estate, il loro inverno.

«A Falchera è emergenza ‘neet’ adolescenti», afferma il parroco don Adelino Montanelli che guida le due parrocchie del quartiere, San Pio X e Gesù Salvatore, «sono sempre più numerosi i ragazzi dai 14 ai 19 anni ‘parcheggiati’ per le strade del quartiere. Non ci sono le famiglie alle spalle, a scuola non vanno, così restano in piazza, tutto il giorno, ad aspettare».

E così ecco che «il cortile» diventa la loro scuola. Un luogo di frontiera che cerca di costruire la vita adulta a partire da sogni e carismi di ognuno laddove si è già in pensione e rassegnati non a 20 anni, come spesso afferma Papa Francesco, ma a 15-16 anni.

«Nel quartiere», osserva il parroco, «il tasso di povertà è elevato, numerose famiglie, italiane e straniere, sono senza lavoro, alcune tornano a vivere nelle proprie famiglie di origine. Oltre alla crisi economica, c’è una crisi culturale, di valori».

«All’oratorio cerchiamo di costruire una comunità educante», continua il parroco, «di lanciare messaggi e stimoli per innescare nei ragazzi la voglia di prendere in mano la propria vita e costruirsi un futuro diverso dallo ‘stare in piazza’», dove i giorni trascorrono davanti a sé scanditi dal ritmo del 4 che passa, da una sigaretta all’altra, dallo sballo la sera.

L’oratorio San Pio X non ha orari, spiega il parroco, è aperto a tutti, sempre. L’«oratorio mini» è rivolto ai bambini accolti per gli incontri del catechismo e il sabato per il pomeriggio di animazione. «L’oratorio maxi» è per i ragazzi. Un gruppo di animatori insieme al parroco accoglie i ragazzi  e anima gli incontri di cinque gruppi formativi dalla seconda media agli universitari.

«Se si vuole dialogare con i giovani», prosegue il parroco, «bisogna rispettarne il cammino di crescita e anche l’approccio ai valori che avviene gradualmente attraverso la testimonianza dei valori vissuti. Nei dialoghi partiamo sempre da ciò che loro vivono».

«È così qualcuno inizia a puntare ‘verso l’alto’», evidenzia il sacerdote, «il motto del beato Pier Giorgio Frassati sta alla base dei nostri gruppi: ‘vivere, non vivacchiare’. È il messaggio che cerchiamo di trasmettere ogni giorno».

Mentre passeggiamo per l’oratorio ecco che don Adelino chiede ai ragazzi: «Come mai Matteo Melis non è più qui in oratorio?». Rispondono: «È andato in Bulgaria don».

«Sì è andato in Bulgaria a fare un anno di servizio civile europeo. Ha compilato la domanda, ha fatto i colloqui ed è partito. E voi?». Prosegue: «E la Serena R. che prendevate sempre in giro? Ora lavora in Australia!».

È uno dei colloqui del don con i suoi ragazzi. «Erano due ragazzi di voi», incalza il don, «la vita non è stare parcheggiati in piazza. La vita è costruire». Così in molti iniziano a fare gli animatori, a prestare servizio ai gruppi sportivi nella parrocchia. Alcuni tornano a scuola, si mettono a cercare e trovare lavoro. L’oratorio diventa la loro famiglia che accompagna verso l’età adulta.

A San Pio X c’è poi da anni la polisportiva Pgs che propone corsi di pallavolo, basket, mini basket e conta oltre cento atleti formati da allenatori e dirigenti tutti parrocchiani.

Da quest’anno partirà anche il «calcio oratorio». Una squadra formata dai ragazzi che frequentano ogni giorno l’oratorio cortile. «Cerchiamo ogni giorno»,  conclude il parroco, «di rimboccarci le maniche per il nostro quartiere e testimoniare che Falchera è bella e si può vivere bene».

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Giovani

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